Ecco gli aggiornamenti di novembre:
Nuove digitalizzazioni: in questi mesi abbiamo digitalizzato e reso disponibili sul nostro sito tutti i numeri della rivista "Libertaria. Il piacere dell'utopia", esclusi quelli ancora in vendita sul sito Mimesis. Il lavoro non sarebbe stato possibile senza il prezioso aiuto di Gaetano Ricciardo e della biblioteca Borghi che ha condiviso con noi i numeri che avevano già scansito.
Nuovo articolo: grazie al lavoro di digitalizzazione di "Libertaria. Il piacere dell'utopia" abbiamo recuperato e reso disponibile in versione on line l'articolo di Michail Platonov L’anarchico Ghezzi contro Stalin. Per approfondire la figura di Francesco Ghezzi potete anche leggere la Cover Story uscita sul Bollettino 27.
Nuovo video: dopo l'incontro del 28 ottobre "La storia dal basso origini, metodi e sviluppi di un originale sguardo sulla ricerca storica" con Marcus Rediker, Carlo Greppi e Laboratorio Lapsus, che ringraziamo sentitamente per l'interessante dibattito, vi proponiamo il video della conferenza per chi non avesse potuto partecipare.
Libertaria

"Libertaria. Il piacere dell'utopia" nasce a Milano nel 1999. Numerosi negli anni della sua pubblicazione sono stati i redattori e i collaboratori, mentre Luciano Lanza ne è stato il responsabile dal primo numero fino all'ultimo uscito nel 2018.
Riportiamo la prima parte dell'editoriale del primo numero in cui si spiega il senso del progetto:
"Una nuova rivista è sempre una scommessa. Libertaria non si sottrae a questa regola. Ovviamente. Ma è altrettanto ovvio che i promotori e i collaboratori di Libertaria sono convinti di vincere la scommessa. Oggi il pensiero libertario, il pensiero anarchico, si presenta (ed è) come uno dei più originali e convincenti in un contesto caratterizzato dalla 'crisi delle ideologie'. E non è un caso che l'anarchismo si sottragga a questa crisi generalizzata: non è mai stato un'ideologia nel senso pieno del termine, ma una teoria e una pratica della libertà, dell'eguaglianza e della diversità. Ed è anche per questo suo aspetto poliedrico e al contempo omogeneo (contraddizione solo apparente), che è riuscito a influenzare quasi tutti i campi del sapere e dell'arte moderni. Incredibile, a prima vista, ma vero. Questa influenza, a volte esplicita altre volte sottaciuta (quasi occultata), necessita di un 'luogo' di rappresentazione, di elaborazione, di ricerca. Questo vuole essere Libertaria."
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L’anarchico Ghezzi contro Stalin

L’anarchico Ghezzi contro Stalin
di Michail Platonov
fonte: «Libertaria», anno 8, numero 4, 2006
traduzione di Roberto Ambrosoli
Ci sono persone nella cui esistenza non sono presenti aspetti superficialmente splendidi o avventure da togliere il fiato, eppure ci colpiscono per la loro integrità, per la capacità di conservare la propria dignità anche in condizioni tremende. Di questo tipo è la vita di Francesco Ghezzi, operaio anarchico di Milano morto nel gulag staliniano nel 1942. Ecco la sua storia raccontata da un giovane anarchico russo.
Una delle ultime descrizioni di Francesco Ghezzi si trova nelle Memorie di un rivoluzionario di Victor Serge. Parlando della propria partenza dall'Unione Sovietica nel 1936, dopo una campagna intemazionale per la sua liberazione, Serge scrive: «Magro e altero, Francesco Ghezzi, operaio di una fabbrica di Mosca e unico ‘sindacalista’ ancora in libertà in Russia, è venuto a salutarci al treno». «Magro e altero», così appare in una foto segnaletica del 1937, allegata alla pratica aperta su di lui dalla GPU, la polizia politica staliniana. Profilo orgoglioso e fiero, lo sguardo intenso di un uomo indomito nonostante sia stato ripetutamente in prigione, anche nell'URSS. Nell'atmosfera segnata dal terrore staliniano, sia fuori sia dentro il carcere, è riuscito a mantenere una sua libertà interiore, sorprendente date le circostanze e l'atteggiamento pubblico predominante. Tale libertà si è espressa in azioni semplici ma oneste e coerenti, come pochi in quei giorni osavano compiere. Semplicemente, ha rifiutato di sottomettersi alle regole del regime.
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